In questo articolo, riflettiamo sulle recentissime statistiche ufficiali presentate da Eurostat sull’utilizzo in Italia e in Europa del commercio elettronico. Scopri quanti utenti hanno acquistato sugli e-commerce nel 2016 e con quali modalità.
“Due terzi degli utenti su internet in Europa hanno acquistato online nel 2016”. Con questa premessa, Eurostat, l’ufficio delle statistiche dell’Unione Europea, con sede in Lussemburgo, ha recentemente presentato i suoi dati ufficiali sul commercio elettronico.
La ricerca è stata effettuata nel corso del 2016 attraverso una serie di sondaggi sulle aziende e sugli utenti privati, evidenziando l’utilizzo di internet e degli acquisti online nei diversi Paesi dell’Unione Europea. In questo articolo ripercorriamo i principali risultati ottenuti, riflettendo sull’utilizzo degli e-commerce in Italia e nelle altre nazioni europee.
In quali nazioni europee le persone acquistano di più su internet?
Secondo i risultati ottenuti dalla ricerca, i Paesi dell’Europa Centro-Settentrionale la fanno da padrone per gli acquisti online. Vince il Regno Unito, dove l’83% della popolazione ha fatto almeno un ordine su internet nel 2016: una percentuale pazzesca! Seguono, sopra il 75%, anche Danimarca, Norvegia, Lussemburgo, Svezia, Olanda e Germania. Gli imprenditori che vogliono vendere all’estero con internet agli utenti finali dovrebbero strizzare l’occhio a questi paesi, che sono sicuramente quelli che presentano un potenziale maggiore.
Tra le nazioni che vale sicuramente la pena prendere in considerazione, ci sono anche Belgio (57%), Estonia (56%), Irlanda (59%), Francia (66%), Austria (58%), Slovacchia (56%) e Finlandia (67%).
Il fanalino di coda, ovvero le nazioni che ancora non hanno una percentuale di popolazione sufficientemente alfabetizzata dal punto di vista del commercio elettronico, è rappresentato principalmente da Paesi dell’ex Unione Sovietica, che non hanno ancora raggiunto un economia stabile e avanzata. Tra questi, Bulgaria (17%), Romania (12%), Macedonia (15%) e Turchia (17%).
E l’Italia? Innanzitutto, va detto che solo il 71% della popolazione ha usato internet nel 2016. In questo senso, ci bagnano il naso dati come il 97% della Danimarca o il 98% della Norvegia. Partendo da questo “svantaggio”, gli utenti che acquistano online in Italia sono comunque solo il 29% della popolazione. Un dato piuttosto basso, che è comunque in netta crescita negli ultimi anni. Tra le motivazioni che con tutta probabilità ancora frenano i nostri connazionali a spingersi all’acquisto, ci sono le seguenti:
- Una certa “paura” nell’inserire i dati di pagamento e i dati personali su internet, che può essere superata attraverso informative chiare e semplici, l’utilizzo di protocolli di sicurezza (HTTPS) e la messa in evidenza di garanzie per l’acquisto.
- L’impossibilità di vedere il prodotto fisico nelle mani, che scatena diffidenza e incertezza in merito all’acquisto. Tale spauracchio può essere placato da norme sul recesso rassicuranti e tutelanti per il consumatore.
- L’assenza di supporto da parte di commessi specialisti che suggeriscano prodotti o rispondano a quesiti, che può essere superata dall’attivazione di un customer care completo, inclusa una chat virtuale.
Quali sono le tendenze di acquisto nel tempo?
Se osserviamo i dati Eurostat nel corso del tempo, il dato è inequivocabile. Gli internauti europei hanno aumentato il loro comportamento di acquisto online negli ultimi anni, con un andamento piuttosto costante.
Il trend positivo in aumento è similare in tutte le fasce d’età, persino negli utenti tra i 55 e i 74 anni, che sono passati in media dal 43% del 2007 al 55% del 2016. Una percentuale che dimostra un’ottima quantità di acquirenti sugli e-commerce anche tra la popolazione con età più elevata, a dispetto delle credenze negative che vorrebbero le persone più mature molto restie ad effettuare acquisti su internet.
Quali sono le categorie di prodotto più acquistate su internet in Europa?
L’indagine statistica dell’Unione Europea si è concentrata anche sulle categorie merceologiche più acquistate su internet, evidenziando una forte discrepanza tra i diversi prodotti e servizi. A farla da padrone sono senza alcun dubbio vestiti e prodotti sportivi, acquistati in media dal 60% della popolazione europea nel 2016 direttamente su internet. Un dato che parzialmente contraddice la credenza della difficoltà da parte delle persone di acquistare abbigliamento online, viste le difficoltà oggettive sulla taglia. Come già detto in precedenza, questo problema può essere tranquillamente superato da norme sul diritto di recesso molto agevoli e aperte, come quelle che hanno reso Zalando il punto di riferimento per le scarpe online.
Il tempo libero segue a ruota queste tendenze positive: al secondo e quarto posto della classifica si posizionano infatti biglietti e prenotazioni legati ai viaggi, e legati ad eventi (concerti, teatro, cinema). Anche in questo caso, un buon 40-50% degli utenti europei ha fatto almeno un acquisto nel 2016 per questa categoria di mercato.
Buone notizie anche per giocattoli, mobili, libri, elettronica, beni culturali (film e musica) e videogiochi. Tutte queste sono categorie di mercato fiorenti nel mercato elettronico europeo. Un dato rispecchiato dal successo di Amazon, il principale marketplace per la vendita di dispositivi elettronici e beni culturali.
Un dato particolarmente interessante è rappresentato inoltre dai beni alimentari (cibo e bevande), che vengono acquistati online da quasi il 30% della popolazione in Europa. In questo caso, l’Italia è probabilmente un passo indietro, sia per la relativa giovinezza del settore online (poche catene di supermercati si sono spinte all’apertura di un e-commerce negli ultimi anni), sia per la diffidenza che permane negli utenti finale. Il settore è comunque ricco di potenzialità e presto anche in Italia si moltiplicheranno gli acquisti su internet nel settore alimentare.
Il fanalino di coda è rappresentato da due settori che ancora registrano un dato inferiore al 10% negli acquisti su internet: i medicinali e il materiale di e-learning (corsi, dispense). Nel primo caso, la liberalizzazione del mercato farmaceutico su internet, introdotta da leggi europee recentemente, darà senz’altro una spinta molto forte agli acquisti su internet. Nel secondo caso, spetta anche e soprattutto alla sensibilità delle università e degli istituti privati, da cui dipenderà la forza del settore in futuro.
Quanto acquistano e quanto spendono gli europei su internet?
Dai dati presentati su Eurostat, emerge che, tra le persone che hanno acquistato online nel 2016 (che ricordiamo essere circa il 65% della popolazione in Europa, solo il 29% in Italia), circa un terzo ha acquistato solo una o due volte in un anno. Un altro terzo ha acquistato da tre a cinque volte. Infine, l’ultimo terzo si divide tra chi ha acquistato da sei a dieci volte (15-20% circa) e chi invece è avvezzo regolarmente a ordinare online, avendo comprato più di dieci volte (10-15% circa).
Passando ad un altro dato molto interessante, quasi il 40% ha dichiarato nei sondaggi ufficiali di aver speso da 100 a 500 euro su internet nel 2016. Quasi altrettanti hanno speso molto poco (meno di 100 euro), mentre solo un 20% molto qualificato ha sborsato più di 500 euro su internet l’anno appena passato. A tutti gli effetti, una statistica che rispecchia molto le teorie di Pareto: è il 20% delle persone a produrre effettivamente l’80% dell’indotto sul mercato.
Quali sono i principali problemi dichiarati nell’acquisto online?
Passiamo infine ad un dato molto importante per chi ha un e-commerce attivo e lamenta l’inefficienza dei tassi di conversione: perché gli utenti visitano in lungo in largo il negozio online, ma alla fine decidono di non acquistare o, ancora peggio, di abbandonare il carrello?
Tralasciamo il 67% che dichiara di non incontrare alcun problema: è poco veritiero e influenzato da un certo errore spontaneo (anche detto bias psicologico), che tende a far rispondere le persone in modo “desiderato” dall’intervistatore. È probabile che questo valore molto alto di chi non dichiara alcun problema sia in realtà dovuto a tale fattore psicologico e non va dunque preso come assoluto.
Dunque, i problemi: il 17% degli europei lamenta un’inefficienza in termini di velocità del sito web. Un altro 13%, problemi tecnici o bug imprevisti nel processo di acquisto. È invece il terzo problema dichiarato quello dei prodotti consegnati, che vengono recapitati con dei danni imprevisti.
In ordine, altri cinque problemi evidenziati frequentemente dagli intervistati: difficoltà nel reperire garanzie e informazioni, costi finali più alti del previsto (spedizione), assenza di customer care, consegna impossibile nella nazione di riferimento e paura di frodi.
Cosa si può imparare da queste statistiche
Dalle statistiche Eurostat presentate in questo articolo, puoi trarre moltissima conoscenza per il tuo business. Innanzitutto, le tendenze di acquisto online sono un dato importante e rassicurante per gli e-commerce e la presenza online in generale. Sempre più, nel corso del tempo, il commercio elettronico è diventato e diventerà importante e presente.
Le nazioni di riferimento per gli acquisti online e i settori di riferimento possono dare essere affrontati con due approcci complementari. Da un lato, con lo sguardo agli Stati e alle categorie merceologiche che hanno già un enorme ammontare di traffico commerciale sul web. Dall’altro, con le potenzialità che possono offrire le nuove nazioni (per esempio, l’Italia, che ha enormi potenzialità di crescita) e i nuovi settori (una sola parola: farmacia).
Infine, un insegnamento importante può essere tratto dalle statistiche relative ai principali problemi incontrati dagli utenti nell’acquisto online. Il tuo e-commerce per vendere bene deve essere:
- veloce (anzi, velocissimo);
- tecnicamente ineccepibile;
- dotato di un servizio di spedizione professionale e sicura;
- rassicurante (stendi informative chiare, semplici e complete);
- dotato di customer care efficiente;
- sicuro (per esempio, con il protocollo HTTPS).
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A presto,
Giorgio Nicoli
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